Roberto Rapastella

COLORE PREFERITO: GIALLO

Roberto Rapastella nasce a Spoleto (PG) nel secolo scorso. Ama il cinema, la letteratura mistery e l’arte moderna. Dal 2018, dopo alcuni esperimenti giovanili, riscopre il piacere della scrittura e inizia a scrivere con più regolarità. Predilige le atmosfere noir, più consone al suo sentire in quanto legate alle problematicità del vissuto quotidiano. Alcuni suoi racconti sono contenuti in un’antologia intitolata “5 secondi e sei racconti”, auto pubblicata su Amazon . Il suo romanzo d’esordio “Il viale – Bar & club” è stato pubblicato dalla Casa Editrice LuoghInteriori nel mese di aprile del 2023. L’ultima pubblicazione è “7 anime perdute” edita da Bertoni Editore, una raccolta di racconti sul tema dei sette vizi capitali che ospita i racconti di sette autori diversi, uno per ogni vizio.

Tutti scrivono e nessuno legge?

E’ la fine del mondo: tutti scrivono. E allora? Bene no? Macché, niente affatto, visto che sempre meno persone leggono. Conclusione: Se scompaiono i lettori, gli scrittori per chi scrivono? Come dire che se viene a mancare uno dei componenti del modello comunicativo tradizionale salta tutto il sistema. Si tratta di un vero stravolgimento sia per gli uni, gli scrittori, che vedono vanificati tutti i loro sforzi, sia per i lettori che perdono ogni possibilità di trasformarsi in scrittori, interrompendo il circuito virtuoso che permetteva il ricambio ed alimentava il cerchio magico che si creava tra gli scrittori ed il loro pubblico.

La lettura è una attività propedeutica fondamentale allo scrivere.

Borges che di libri ne aveva letti un’infinità e che ha scritto pagine memorabili finendo per accreditarsi come uno dei più grandi scrittori contemporanei, amava definirsi non a torto un lettore. Va a finire sempre così: chi si appassiona alla lettura, prima o poi, per una sorta di automatismo psichico che spinge all’emulazione o allo sperimentare in prima persona tutto ciò che desta ammirazione e genera piacere, finisce per cimentarsi direttamente nelle pratiche letterarie. In sostanza chi legge moltissimo prima o poi, come Borges, finisce per essere tentato dalla scrittura e si trasmuta in uno scrittore più o meno talentuoso ma comunque non del tutto sprovveduto. Come l’universalità del diritto di voto è, nei tempi moderni, il sale della democrazia, così, analogamente, per effetto della democratizzazione della trasmissione del sapere e della diffusione di massa delle pratiche artistiche, vale il principio non scritto dell’universalità del diritto di chiunque ad esprimersi.

Di converso, sancito il diritto di chiunque di scrivere e pubblicare, al tempo stesso, il dovere primo di chi scrive è quello di perseguire una qualità accettabile nel momento in cui decide di rendere pubblico il proprio operato. Se la pratica diretta della scrittura è altra cosa dalla lettura, tuttavia, il leggere, diviene misura della qualità dello scrivere. In definitiva un buon lettore non è mai totalmente un pessimo scrittore. Sostanzialmente questa tipologia di autori sono degli autodidatti che, attraverso la frequentazione costante della lettura, hanno avuto modo di acquisire una specifica consapevolezza riguardo alle competenze tecniche minime necessarie per praticare dignitosamente la scrittura, non smettendo tuttavia di essere lettori.

L’autore di questi racconti è un lettore che ad un certo punto ha deciso di fare il salto e di esporsi al pubblico ludibrio pubblicando, consapevole del suo limite ma anche, al tempo stesso, di garantire ai potenziali lettori un livello qualitativamente dignitoso proprio perché, prima di proporsi come autore, ha fatto un lunghissimo tirocinio come lettore, ed é in questa veste che si propone.

 

Moreno Orazi – dalla presentazione per il libro “Ventuno dicembre 2012 – Un Natale particolare”

 

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